Mafie, crisi economica e decreto “Salva Italia” | Rocco Artifoni

Mafie, crisi economica e decreto “Salva Italia” | Rocco Artifoni

Bergamo, 20.12.2011 | di Rocco Artifoni

Rigore, crescita e equità: luci e ombre della manovra del governo Monti

È del tutto evidente che il governo Monti è composto da persone serie e competenti. Però per realizzare un buon governo, serietà e competenza sono soltanto la “conditio sine qua non”.  Occorre poi valutare le scelte effettuate, le decisioni attuate, le prospettive che si aprono. E da questo punto di vista la recente manovra governativa sembra un’occasione mancata. Le parole d’ordine preannunciate erano tre: rigore, crescita ed equità. Su tutte e tre abbiamo molti dubbi.  L’Italia ha un debito pubblico di 1.909 miliardi di euro (al 31/10/2011). Gli interessi sul debito negli ultimi anni non raggiungevano la soglia del 5%. Con il rialzo dei tassi sui titoli di Stato il 5% è stato ampiamente superato.

È vero che la durata media dei titoli che garantiscono il debito italiano è alta (quasi 8 anni), ma è altrettanto vero che il rialzo dei tassi comincia a far sentire i suoi effetti quando chi ha comprato i BOT con scadenza a 3 mesi va a riscuoterli con gli interessi. In altre parole, il 5% progressivamente non basterà più. E tutti i sacrifici previsti rischiano di essere “mangiati” soltanto dagli interessi sul debito. Anche nella migliore delle ipotesi, che è il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, qualcuno ci dovrebbe spiegare cosa si intende fare per pagare il debito pregresso, che appunto è di 1.909 miliardi di euro, cioè 32.000 euro pro capite in media per ogni cittadino italiano. Insomma, rispetto al governo precedente c’è un maggior rigore, ma con i circa 32 miliardi di euro della manovra del governo Monti non si va molto lontano. In una situazione di rialzo dei tassi e quindi di aumento del costo del denaro, sarà più difficile per ottenere credito dalle banche. Per la criminalità che pratica l’usura si aprono – purtroppo – ampi spazi di manovra.

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